NATALE AL TEMPO DEL COVID: PENSIERI E RIFLESSIONI

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duomoCon l’avvicinarsi delle festività, che si prospettano diverse dal solito, riceviamo e pubblichiamo una riflessione di una nostra lettrice, Donatella Scurati, sul significato del Natale in tempi di pandemia.

CHE COS’È IL NATALE?

Il Natale è la festa della luce.
Fin dai tempi antichi si celebrava il rito del solstizio che portava all’avvento di giornate più chiare e illuminate dal sole. È la sconfitta delle tenebre, la guida che indica il cammino.
Ora tutto questo possiamo interpretarlo in senso allegorico con una connotazione cristiana, o in senso più laico come una speranza.
Natale è la festa della famiglia, o meglio degli affetti, della riunione, del giorno in cui crediamo ad una favola bella che ci riempie il cuore.
Chi non ricorda “Miracolo nella 34^ strada”, dove una New York frenetica e distratta grida a gran voce «we believe».
Oggi pensiamo al Covid che ci ha diviso, ucciso, spento le speranze e, certo, non possiamo dimenticare i morti e il dolore, ma sarà ancora peggio, se chi ha perso un proprio caro resterà solo; se non avrà neppure l’abbraccio consolatorio del ricordo condiviso, seppure nella mestizia.
Ogni giorno si muore, ognuno di noi ha un lutto interiore; eppure la vita continua, ed è questa la speranza.
Chi muore vive in noi, in quella pietas di foscoliana memoria che è la celebrazione ed il mantenimento di chi ci ha lasciato.
Non è solo il cenone, i regali, gli abbracci: lasciateci stare vicini con chi ci è più caro, nel dolore o nella gioia, questo è il Natale.

 

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